SAFER INTERNET DAY, BULLISMO E CYBERBULLISMO

La scuola come luogo della riflessione per trasformare gli apprendimenti in atteggiamenti responsabili.

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da Segreteria

del giovedì, 07 marzo 2024

“Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo. Agisci unicamente secondo quella massima, in forza della quale tu puoi volere nello stesso tempo che essa divenga una legge universale.” KANT

Martedì 6  e mercoledì 7 febbraio sono ricorse le giornate internazionali dedicate al “Safer Internet Day (SID)" e alla lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, promosse dal MIM. 
Ogni scuola di ordine e grado è stata invitata dal Ministero dell’istruzione a riflettere su questi temi che sempre di più coinvolgono e stravolgono i bambini e i ragazzi anticipando le tappe anagrafiche di un  problema sociale che colpisce grandi e piccoli. 
Il termine italiano "bullismo" è la traduzione letterale di "bullying", parola inglese comunemente usata nella letteratura internazionale per caratterizzare il fenomeno delle prepotenze tra pari in contesto di gruppo. Il cyberbullismo ne è la manifestazione in Rete.
Come recita il documento ministeriale del 2007, Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo, questo fatto umano “si configura come un fenomeno estremamente complesso, non riducibile alla sola condotta di singoli (bambini, ragazzi preadolescenti e adolescenti; maschi e femmine) ma riguardante il gruppo dei pari nel suo insieme. 
È pertanto un evento dinamico, multidimensionale e relazionale che riguarda non solo l'interazione del prevaricatore con la vittima, ma riguarda tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi.
Il valore educativo dell'esperienza scolastica comprende e supera la sola acquisizione di conoscenze e competenze, e risiede proprio nella introiezione lenta e profonda della conoscenza che acquista significato se diventa contemporaneamente opportunità per l'assunzione di comportamenti consapevoli e responsabili, dando luogo a quel processo, progressivo e "faticoso", di assimilazione critica del reale.”
“Nei confronti dei bambini della scuola dell'infanzia e della scuola primaria si pone la necessità di valorizzare la comunicazione interpersonale e di costruire contesti di ascolto non giudicanti e momenti "dedicati" di dialogo” dove i bambini possano fare esperienza significativa dell’altro partendo da sé.
È questa esperienza che diventa fondamentale del percorso di crescita di tutti e di ciascuno. Uscire dall’io e mettersi nei panni dell’altro è il passaggio più significativo da fare per prevenire qualsiasi tipo di prevaricazione e violenza.
Si possono fare con gli alunni molteplici attività e riflessioni ma il passaggio tra apprendimento e atteggiamento avviene solo quando una regola collettivamente approvata da tutti, diventa emozione condivisa.
Ecco perché è importante portare i bambini e i ragazzi a mettersi sempre nei panni degli altri per sviluppare dentro di loro quei sentimenti che, se interiorizzati, diventano garanzia di un pensiero autoregolatore che, una volta maturato, sarà tradotto da solo in comportamenti rispettosi e attenti, sia nel mondo reale che in quello virtuale.
Il compito della scuola è pertanto quello di ispirare in chi cresce la TENEREZZA E IL CORAGGIO. Saremo adulti davvero quando sapremmo riconoscere le nostre difficoltà e quelle degli altri con l’atteggiamento di chi sa averne cura; quando sapremmo trovare il coraggio di dissociarsi da ciò che è difforme al nostro valore per rimanere coerenti con quello che siamo; quando sapremmo inseguire un bene che è collettivo perché è nella collettività che siamo chiamati ad abitare.
C’ è una regola d’oro che è tradotta in tutte le lingue e che accomuna tutte le religioni: “ Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
Basterebbero così poche leggi morali per regolamentare il mondo se ognuno di noi sapesse mantenere uno sguardo dritto che guarda agli altri con lo stesso rispetto che pretende per se stesso.
Indiani del Nord America -SIAMO ESSERI VIVENTI NELLA MISURA IN CUI MANTENIAMO LA TERRA VIVENTE. (CAPO DAN GEORGE)
Religione Baha’i -NON METTERE A NESSUN PESI CHE NON VORRESTI FOSSERO MESSI A TE, NON DESIDERARE PER NESSUNO CIÒ CHE TU NON DESIDERESTI PER TE STESSO. (SPIGOLATURE DI BAHAU’LLAH)
Buddismo - NON TRATTARE GLI ALTRI IN MANIERE CHE TU STESSO TROVERESTI DANNOSE (IL BUDDA, UDANA-VARGA 5.18
- CRISTIANESIMO - TUTTO QUANTO VOLETE CHE GLI UOMINI FACCIANO A VOI, ANCHE VOI FATELO A LORO: QUESTA INFATTI È LA LEGGE ED I PROFETI. (VANGELO DI MATTEO 7,12)
- Confucianesimo -UNA PAROLA RIASSUME TUTTA LA BASE DI UNA BUONA CONDOTTA: LA BONTÀ. NON FARE AGLI ALTRI CIÒ CHE TU STESSO NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE. (CONFUCIO, ANALETTI 15.23)
- Hinduismo -QUESTA È LA SINTESI DEL DOVERE: NON FARE AGLI ALTRI CIÒ CHE SAREBBE CAUSA DI DOLORE. (MAHABHARATA  5: 1517)
- ISLAM- NESSUNO DI VOI È CREDENTE SE NON DESIDERA PER IL FRATELLO CIÒ CHE DESIDERA PER SE STESSO. (IL PROFETA MOHAMMAD, 13MA DELLE 40 HATITH DI NAWAWI)
- Gianismo- UNO DOVREBBE TRATTARE TUTTE LE CREATURE NEL MONDO COME VORREBBE ESSERE TRATTATO. (MAHAVIRA, SUTRAKRITANGA)
- Giudaismo- NON FARE AL PROSSIMO CIÒ CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE: QUESTA È TUTTA LA TORÀ, IL RESTO È COMMENTO. VÀ E STUDIA. (HILLEL TALMÙD B. SHABBATH 31A.)
- Sikhismo -NON SONO STRANIERO A NESSUNO E NESSUNO MI È STRANIERO. IN VERITÀ SONO AMICO DI TUTTI. (GURU GRANTH SAHIB, PG. 1299)
- Taoismo- CONSIDERA IL GUADAGNO DEL TUO VICINO COME IL TUO E LA SUA PERDITA COME LA TUA STESSA PERDITA. (LAO T’ZU, T’AI SHANG KAN YING P’IEN, 213-218)
Unitarianismo-NOI AFFERMIAMO E PROMOVIAMO RISPETTO PER LA RETE INTERDIPENDETE DI TUTTA L’ESISTENZA DI CUI FACCIAMO PARTE. (PRINCIPIO UNITARIANO)
Zoroastrianismo - NON FARE AGLI ALTRI TUTTO CIÒ CHE È INGIURIOSO A TE STESSO. (SHAYAST-NA-SHAYAST  13.29)

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